mercoledì 5 maggio 2010

sei tu ad inseguire?

Sono andato a trovare un amico che non vedevo da tempo. Un grande professionista, il migliore che conosca nel suo campo. Purtroppo, a causa del comportamento poco etico di alcuni suoi partner, si trovava nella situazione di dover ricominciare tutto daccapo. Non era più proprietario del marchio che aveva rappresentato per anni e della base clienti che lui stesso aveva costruito.

Mi raccontava pertanto che ora doveva rifare tutto ciò che aveva già fatto vent'anni prima, all'inizio della sua carriera. Telefonare ai potenziali clienti, vedersi trattare con sufficienza, scrivere mail senza ottenere risposta... "Pensavo di non dover fare ancora tutto questo" mi disse.

Ma proprio mentre me lo diceva, notavo una luce nei suoi occhi. Un lampo di vitalità che da un po' di tempo non gli vedevo. Uno slancio che da tempo non aveva. Un'energia che da tempo gli mancava.

Tutti ambiscono a raggiungere una posizione in cui non debano chiedere ma concedere, non debbano corteggiare ma essere corteggiati, non debbano rincorrere ma essere raggiunti. Spesso la gente si siede comodamente su sedie che consentono di poter dire di "no", di ignorare, di assumere posizioni di superiorità. Sono le posizioni più pericolose, perché danno l'illusione di essere arrivati. Danno uno strano senso di onnipotenza che fa dimenticare il rispetto per gli altri.

E' nella posizione in cui bisogna inseguire, in cui bisogna fare fatica per ottenere le cose, che emergono le risorse migliori. E' in quelle posizioni che si tirano fuori l'aggressività positiva, la voglia di arrivare al risultato, la resistenza alle frustrazioni, il coraggio di osare, la capacità di riprendersi e continuare. E' in quelle posizioni che si diventa persone migliori, perché si capisce la fatica di chi chiede e non si nega mai un colloquio, una telefonata, una mail.

Sei tu ad inseguire? Non preoccuparti della fatica e delle frustrazioni. Sarai tu ad arrivare al traguardo, non chi non è nemmeno mai partito.

(C) Diego Agostini/Commitment 2010 -  All Rights Reserved

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie Diego. Ho appena iniziato un lavoro di vendita e non è facile. Mi sono ritrovato molto in ciò che hai scritto. Sono proprio i mediocri a trattare con sufficienza, quelli che occupano medie posizioni di potere nelle organizzazioni.

Federica ha detto...

Anch'io, che mi occupo di formazione in azienda, mi trovo a dover inseguire continuamente... I partecipanti per l'iscrizione ai corsi, i manager per i programmi, il mio capo per avere l'ok sulle cose, i miei colleghi per farmi dare una mano...

Anonimo ha detto...

Penso che il difficile non sia il dover inseguire, ma il vagare. Diversa gente persevera a trottare senza una reale meta, senza decisione, senza coerenza. Il guaio nel guaio e' che non se ne rende conto. O, peggio ancora, si autoconvince che sia corretto cosi'. E si vaga, dunque, dietro piccole masse matte influenzate da mass media e da governatori con il pallino della comunicazione e l'ambizione del potere. Pensare. Con la propria testa. Sarebbe il miglior dono da augurare ad un uomo. Perche' la mente ha la capacita' di volare alto e far vedere più' cose, e la giusta prospettiva. Questo e' un corretto inseguire. Il professionista che torna indietro non sta subendo un torto, costretto nuovamente ad inseguire. Potrebbe essere il modo per far capire che il suo tragitto non era lineare. Con errate angolature potrebbe aver fatto il giro e tornato indietro...