sabato 30 gennaio 2010

Vuoi realizzare? Preparati ad irrealizzare!


Quando qualcuno eccelle particolarmente in un campo e ne vediamo i successi, tendiamo a pensare che tutto ciò che fa gli riesca particolarmente bene. Ma non è così. Non vediamo tutto il lavoro che permette agli output di successo di diventare tali.

Prendete il regista Tim Burton, per esempio. Tutti più o meno conosciamo i suoi film, perché sono famosi. Ma non conosciamo tutti i lavori che non sono andati a buon fine. Eccone alcuni: Catwoman, Conversations With Vincent, Dinosaurs Attack!, The Fall of the House of Usher, Geek Love, Go Baby Go, Hawkline Monster, Lost in Oz, Mai the Psychic Girl, Mary Reilly, Superman Lives, X: The Man With X-Ray Eyes.

Negli ultimi trent'anni egli ha speso un tempo enorme su progetti falliti. Per tutti i titoli sopra citati è stato svolto un lavoro, spesso complesso, che si è risolto in un nulla di fatto.

La seconda regola per il successo è realizzare. La prima è irrealizzare.

Oggi ho fatto il trasloco degli uffici e tra le carte ho trovato un fascicolo con i miei progetti irrealizzati. Me ne ero completamente dimenticato. Prima di uscire con "Percorsi Positivi", il mio primo libro, i progetti su cui ho lavorato sono stati ben dodici. Dodici! E vi posso assicurare che, rivedendoli, non erano niente male!

Tirate fuori le idee e presentatele, non preoccupatevi se non funzionano: state irrealizzando. E' il primo passo verso il successo. E' il passaggio obbligato per il secondo: realizzare.

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giovedì 28 gennaio 2010

Che cosa vuoi vedere?


L'altro giorno mi ferma un tizio e con disappunto mi dice: "sono andato a vedere il tuo blog... solo che l'ultimo post è di quasi un mese fa". Nel blog ci sono 44 post. Ma lui invece di notare ciò che c'è, nota ciò che non c'é.

In ogni momento della nostra giornata, siamo di fronte ad una scelta. Concentrarci su quello che la situazione ci può dare o su quello che la situazione non ci offre. Ogni qualvolta abbiamo davanti qualcuno, siamo di fronte ad una scelta. Concentrarci su ciò che ha di buono o su quello che non ci piace.

Che ce ne accorgiamo o no, ogni volta scegliamo se guardare il valore delle situazioni o delle persone o se guardare, invece, ciò che manca. Nel primo caso possiamo utilizzare ciò che la realtà ci offre ed averne un vantaggio, mentre nel secondo non solo non faremo nulla, ma cominceremo a lamentarci.

Le opportunità o le carenze sono solo un modo di vedere la realtà. A noi la scelta. Comincio io: di ciò che mi ha detto quel tizio scelgo di non vedere la critica ma il messaggio... e mi impegno a scrivere più spesso!!!

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venerdì 22 gennaio 2010

Come misuri lo sviluppo del tuo business?


Tempo fa lavoravo in una società di consulenza, che per un po' di tempo ha dato buoni risultati di business. Poi, ad un certo punto, è entrata in crisi. Le commesse sono diminuite, i clienti si sono ridotti. Come reazione, il socio fondatore ha cominciato a cercare con affanno qualsiasi progetto, anche di scarsa rilevanza professionale, che potesse compensare il business perso. Quando gli domandai perché lo facesse, lui stupito mi rispose: "perché una società deve sempre crescere di fatturato". Cominciai a capire che era giunta l'ora di andarmene e creare una mia azienda. Era evidente che l'unico parametro dello sviluppo, per lui, erano i soldi.

Già da quando ho iniziato a lavorare io ho sempre usato parametri molto diversi. Attenzione: non che ritenga poco importante il fattore economico. Semplicemente, non lo ritengo l'unico né, una volta assicurata la stabilità dell'impresa, il più importante.

Quando lavoravo in azienda, tempo fa, ho accettato un incarico che prevedeva un trasferimento e, pur con una retribuzione più alta, di fatto perdevo dei soldi. Ma quel lavoro, quell'azienda mi interessavano tantissimo. Ci vedevo delle straordinarie opportunità di crescita della mia professionalità. Questa è la cosa più importante - pensavo. I soldi devono venire dopo.

Ho sempre ragionato così, anche da quando ho fondato la mia struttura. Ed i fatti mi hanno dato ragione. E' paradossale: mettendo il risultato economico in secondo piano, questo cresce. Però bisogna mettere in primo piano le vere cose importanti. Ma quali sono?

Io valuto il mio business con questi tre parametri:

- positività della relazione con il cliente (quanto il tuo cliente è un "compagno di viaggio"?)
- piacere di fare le cose (quanto le tue persone ti dicono "è bello lavorare con te?")
- innovazione nei contenuti (quante cosa stai facendo che l'anno scorso non facevi?)

Se il parametro economico diventa prioritario a questi, la relazione con il cliente si stressa, i rapporti con i collaboratori diventano aggressivi, si tende a fare le sempre le stesse cose perché danno più cassa. E questo ha l'effetto di peggiorare il parametro economico. Se invece esso viene messo dopo i tre fattori chiave, magicamente aumenterà. Provare per credere.

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