domenica 8 novembre 2009

Mind Fitness

Se ogni tanto ti capita di avere qualche vuoto di memoria, tipo non ricordare il nome di un attore o dove hai messo le chiavi della macchina, questo post è fatto su misura per te.

Tra i 40 ed i 50 anni, ma secondo alcune ricerche a partire dai 30 anni, il cervello perde di plasticità. Il sintomo più evidente è la perdita di memoria ed è del tutto normale. A lungo si è pensato che il cervello fosse destinato ad una degenerazione irreversibile, ma non è così. E' possibile non solo tenere il cervello allenato, ma perfino farlo evolvere.

E' stato infatti dimostrato che negli esseri umani adulti possono nascere cellule cerebrali nuove. Infatti l'invecchiamento del cervello non è dovuto alla morte di cellule nervose, ma alla riduzione del numero dei "dendriti", ovvero dei loro prolungamenti, che assicurano il passaggio delle informazioni. Con l'età e l'abitudine tendiamo ad automatizzare molte funzioni, per cui i dendriti tendono ad atrofizzarsi. Ma il cervello può produrre nuovi dendriti. In che modo? Forzando il cervello a rispondere a stimoli nuovi e situazioni nuove.

La "neurobica" è proprio il campo di studi che mette a punto le varie modalità con cui possiamo spingere il cervello a costruire nuove connessioni e pertanto a renderlo più plastico. Il concetto è semplice: poiché i dendriti si atrofizzano quando i gesti sono automatizzati e abitudinari, essi si generano quando sono nuovi. Da qui una serie di consigli come, ad esempio: lavarsi i denti con la mano sinistra, fare la doccia ad occhi chiusi dopo avere memorizzato bene la posizione degli oggetti, guidare con i guanti, cambiare percorso, camminare invece di andare in auto, fare colazione con alimenti diversi dal solito. Insomma, gran parte degli argomenti di Think Fresh sono anche argomenti di neurobica.

Il mio amico Zewale Rovesta ha aperto un gruppo di discussione su Facebook "Brain Gym+Neurobica=fitness della mente! Cambiar stile di vita divertendosi". Da non perdere, come il libro di Katz e Rubin "Fitness della mente", edizioni Red. se vi va di tenere il vostro cervello in forma!

Writing by Diego Agostini, All Rights Reserved

Links

Il gruppo di discussione di Zewale: http://www.facebook.jp/group.php?gid=92703373487

Il libro di Katz e Rubin: http://www.scribd.com/doc/19035306/FITNESS-DELLA-MENTE-per-migliorare-la-memoria-e-sviluppare-la-fantasia

domenica 1 novembre 2009

Enjoy Complaining! (instant leadership #1)


Ma come? Nell'ultimo post non avevamo detto di farla finita con le lamentele? E adesso allora perché stiamo dicendo di amarle?

Facciamo una piccola premessa: questo è il primo dei post "instant leadership". Molto spesso mi si richiedono consigli su come migliorare la propria leadership, ed allora ecco l'idea di dare qualche suggerimento semplice e potente. Ecco il primo.

Per aumentare la tua leadership non devi fare altro che amare le lamentele, ma quelle degli altri, non le tue. Per le tue valgono le cose dette in "stop complaining". Per quelle degli altri invece valgono comportamenti come l'ascolto, la condivisione del disagio, lo stimolo a concentrarsi su ciò che va bene, il supporto a risolvere la situazione.

Prova a pensarci: se qualcuno si lamenta con te, ti sta riconoscendo una leadership. Infatti:

  • nessuno si lamenta se non ha un minimo di speranza di cambiare le cose
  • nessuno si lamenta con chi percepisce inutile per cambiare le cose
  • nessuno si lamenta di cose che non vorrebbe cambiare.
Ecco perché alla persona con cui ci si lamenta viene attribuita contemporaneamente una leadership.

Gli esseri umani si comportano sempre con una logica, che sia giusta o sbagliata. E la logica della lamentela prevede che ci si scarichi con la persona più rassicurante su cui si può indirizzare un messaggio per poter vedere risolto un problema. E' tua la scelta: se qualcuno si lamenta con te, puoi mandarlo via infastidito. Ma poi non lamentarti del fatto di non avere leadership. Puoi ascoltarlo, dargli ragione e liquidarlo. Ma poi non lamentarti del fatto che non ti riconoscono leadership. Oppure puoi ascoltarlo, indirizzarlo, supportarlo. Ma poi non lamentarti del fatto che tutti vengono da te a lamentarsi quando tu non hai nessuno con cui farlo.

Perché quella è la leadership.


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