domenica 28 giugno 2009

Come riempi il bicchiere?

Come riempi il bicchiere? Come accendi il computer? Come apri la finestra? Come sposti un oggetto? Potrei andare avanti fino all'infinito, per cui la domanda è: come fai le cose? E' una domanda importante, perché nel nostro tempo noi "facciamo" qualcosa per ottenere un risultato. quindi l'attenzione è sul risultato, non tanto su quello che facciamo per ottenerlo. 

Se devo riempire un bicchiere mi concentro sul bicchiere pieno, non sul gesto che sto compiendo per riempirlo. Siamo valutati per i risultati, ricompensati per i risultati. Così la nostra vita si trasforma in una frenetica ricerca del risultato. Capiamoci: va benissimo puntare al risultato, ci mancherebbe altro. Io sono uno specialista di come bisogna raggiungere i risultati.

Ma riflettiamo su una cosa. Quando siamo proiettati sul risultato, trascuriamo il  mezzo che ci permette di ottenerlo. E quando il mezzo sono i nostri gesti, ecco che trascuriamo i nostri gesti. Ma trascurare i nostri gesti significa considerare noi stessi uno strumento, una macchina. qualcosa di secondario. Un oggetto. Se l'importante è il bicchiere pieno, l'atto di prenderlo, portarlo al rubinetto e riempirlo diventa uno strumento. La nostra mano, la nostra azione perdono dignità di vita. 

Più siamo proiettati sul fine, più diventiamo stressati. Ecco dunque qual è il rimedio per lo stress: concentrarsi sul mezzo. Sì, non sul fine, ma sull'azione in sé. So che questo è contrario con la nostra mentalità efficientista, ma è così. Pur non dimenticando il fine, prova a considerare più importante il mezzo, quando il mezzo sei tu. Vale a dire: se devi riempire il bicchiere concentrati sui tuoi movimenti. Curali. Rendili belli. Amali. In altre parole: dai loro quell'importanza che il nostro modo di vivere gli ha rubato.

Se riuscirai a fare questo, vedrai che risultati. Aumenterà la tua calma, si abbasserà lo stress. Ritroverai energie e motivazioni. Ritroverai il senso di fare le cose. Acquisterai carisma. Ti ricomparirà il sorriso e finalmente capirai quanto è inutile affannarsi per ottenere i risultati.

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domenica 21 giugno 2009

Vuoi accendere? Devi prima spegnere

Come si fa ad accendere il pensiero fresco? Semplice: basta spegnere il televisore.

Il ragionamento è semplice. Lavoriamo tutto il giorno, poi torniamo a casa. E cosa facciamo? Accendiamo il televisore. E siamo i benvenuti nel programma di distruzione del pensiero. Non mi sto riferendo soltanto alla povertà dei programmi della nostra televisione. Mi è bastato stare qualche giorno a Londra per constatare, dando un'occhiata ai programmi televisivi di sera in Hotel, come siamo caduti in basso nel nostro paese.  Mi sto riferendo qui alla tv in generale. Spesso accesa e funzionante in una specie di sottofondo continuo.

La tv accesa di sera blocca la produzione di pensiero fresco, perché fornisce pensiero di plastica, confezionato da qualcun altro. Pensiero distorto, spesso artefatto. Anche nei telegiornali. Pensiero preparato da persone che si arrogano il diritto di dirci come dobbiamo vivere. Alle quali serve la nostra partecipazione, anche apatica, altrimenti non saprebbero cos'altro fare. Alle quali non importa nulla quanto le loro idiozie possano peggiorare la nostra vita.

Spegnere tutto ciò significa migliorarla, la nostra vita. Con la tv spenta in famiglia si ricomincia a parlare, a guardarsi in faccia. Si ricomincia a vivere.

Prova a lasciare spenta la tv. Vedrai come immediatamente si accende il pensiero. E se sentirai uno strano disagio, attenzione: quella è la crisi di astinenza da pensiero di plastica. Se accade, significa che la tua mente è drogata dalla robaccia che le reti trasmettono, di cui puoi tranquillamente fare a meno. Provaci.

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domenica 14 giugno 2009

Sai comprendere il percorso diverso?

Ho comprato un libretto dal titolo: "il metodo antistronzi". Poiché il titolo è accattivante, in molti me lo hanno segnalato ed ero curioso di leggerlo. Non mi è piaciuto per niente. Non ho mai approvato le etichette alle persone, per nessuna ragione al mondo. Ho sempre pensato che non esistono gli stronzi, al massimo può esistere un comportamento che "percepiamo" come stronzo, ma mai la persona lo è nel suo essere.

Chi definiamo "stronzo" è una persona che ha scelto un percorso diverso dal nostro. Segue un processo diverso. Forse vede anche la vita in modo diverso. A noi appare tale perché il suo comportamento crea problemi al nostro modo di essere. Ma la soluzione è semplice.

Anzitutto vediamolo come una persona che sta interpretando la vita in modo diverso, e quindi cerchiamo di capire qual è questo modo. Poi, cerchiamo di capire se il processo che sta seguendo è compatibile con il nostro. Se lo è in qualche modo e la cosa ci interessa, possiamo fare uno sforzo per rendere paralleli i due percorsi o, in qualche modo, modo di collegarli. Se non è compatibile, non c'è dubbio: lasciamolo andare per la sua strada e continuiamo a seguire la nostra.

Non considerare "stronzo" qualcuno prima di avere capito quale percorso sta seguendo. Se farai questo sforzo comincerai a vedere intorno a te persone deboli o per lo meno senza intenzioni negative nei tuoi confronti, in altre parole semplicemente diverse. Troverai una soluzione migliore rispetto a quelle del libretto, e così vivrai meglio anche tu.

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