venerdì 25 aprile 2008

Prepara la mente per fare la mossa giusta

Ho conosciuto un grande giocatore di scacchi, che aveva appena vinto una partita già iniziata da un altro giocatore, quando molte pedine erano già andate perse ed il successo appariva ormai compromesso. “Come ragiona un campione di scacchi per vincere?” Gli ho chiesto. La sua risposta è stata illuminante.

“Un campione di scacchi quando affronta una partita già iniziata, non si chiede quali sono state le mosse che hanno portato le pedine ad essere nelle posizioni in cui si trovano. Si chiede quali sono le mosse da fare, partendo da quelle posizioni, per vincere la partita”.

In altre parole, il campione di scacchi non ragiona sul passato, ma sul futuro. Non si ferma a pensare su ciò che è stato fatto, sulle scelte giuste o sbagliate, sui ragionamenti fatti. Si concentra sulle possibilità d’azione, sul migliore utilizzo possibile delle risorse che ha a disposizione.

Trovo questo un grande esempio di Fresh Thinking.

Quante volte, di fronte ad un problema, ci troviamo a recriminare sul passato, sugli sbagli fatti, sulla ricerca del colpevole? Quante volte ci concentriamo su ciò che non va bene e ne cerchiamo le cause? Quante volte pensiamo ingenuamente che per trovare una soluzione prima dobbiamo capire cosa o chi non ha funzionato? Tutte le volte che ragioniamo in questo modo perdiamo tempo prezioso. Il Fresh Thinking è orientato al futuro, a cosa si può fare ed alla ricerca di come farlo. Si concentra sulle potenzialità delle risorse disponibili ed alla ricerca del modo migliore per utilizzarle. Evita di andare alla ricerca delle cause per orientarsi verso la soluzione. Non si concentra sulle determinanti dell’insuccesso, ma su quelle del successo.

Non so in che fase delle vita ti possa trovare in questo momento, tu che leggi queste righe. Ma so qual è il consiglio migliore che posso darti: impara dal campione di scacchi. Non pensare alle cose del tuo passato che non sono andate bene, a chi ti ha ostacolato, alle situazioni sfavorevoli che ti hanno penalizzato. Concentrati sulle tue potenzialità, sulle tue risorse, sulle tue capacità. E pensa a quali sono le mosse da fare per vincere la partita.



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domenica 13 aprile 2008

Che vernice hai sulle mani?

Due giorni fa ho incontrato un’amica e siamo andati a pranzare insieme. Mi ha parlato dei suoi progetti e mi ha chiesto un parere. Ci siamo talmente coinvolti nella conversazione che abbiamo perso la cognizione del tempo ed ho rischiato il ritardo ad un appuntamento che avevo nel pomeriggio. Verso sera ci siamo risentiti per telefono ed abbiamo conversato per altri quaranta minuti, e questa volta è stata lei a dare idee e consigli a me riguardo un mio progetto. Alla fine della giornata ero accompagnato da una sensazione di positività ed entusiasmo.

Questo è il contagio emozionale. L’emozione è come la vernice che abbiamo sulle mani. Può essere fresca o può essere secca. Se è fresca lascia il segno, se è secca no. Se è fresca provocherà reazioni negli altri, se è secca ci darà solo fastidio. Se è fresca ci verrà voglia di lasciare intorno a noi le tracce del colore, se è secca le nostre mani saranno rigide ed increspite, quasi inutilizzabili. E comunque non lasceranno alcuna traccia.

Quando ci poniamo con energia verso gli atri abbiamo sulle mani vernice fresca, quando invece siamo chiusi e cauti abbiamo vernice secca.

Ma per il contagio emozionale non basta avere la vernice sulle mani: bisogna trasmetterla agli altri. Come? Non certo sui vestiti: incontrando le loro mani, collaborando con loro, lavorando per loro.

E tu sei capace di contagiare gli altri? Oppure ti fai contagiare? Attenzione, il contagio è energia e quindi può essere anche negativo. Uno che è iroso e pessimista contagia, eccome. Così come uno che è aggressivo e svalutativo. Questi individui vanno ricontagiati in positivo. Se hai vernice fresca non tenerla sulle mani: cerca le mani degli altri, falle aprire ed abbi il coraggio di spalmargliela sopra! Vedra, ti ringrazieranno. Grazie a tutti coloro che mi hanno contagiato e che mi contagiano, ve ne sono veramente grato.


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