sabato 5 giugno 2010

La prova dei fatti.


Nel suo capolavoro Il giovane Holden Salinger descrive una situazione dove una donna si commuove fino alle lacrime in un cinema, durante la proiezione del film. Ma il protagonista avverte: se pensate che quella donna avesse il cuore tenero, vi sbagliate. "Io le stavo vicino, con lei c'era un ragazzino che si annoiava a morte ed aveva bisogno di andare al gabinetto, e lei non ce l'ha voluto portare. Continuava a dirgli stare fermo e di fare il bravo. Aveva il cuore tenero suppergiù come un lupo, accidenti".

Ecco la prova dei fatti. Al di là di ciò che la gente mostra, al di là di ciò che dice, al di là di ciò che ci appare, sottoponiamo gli altri alla prova dei fatti. Verifichiamo noi direttamente la realtà effettiva, prendiamone coscienza anche se non rientra nelle nostre aspettative e nel modo con cui siamo abituati a vederla.

Un amico dice che sei la persona che più stima al mondo ma non ti telefona mai? Il numero di chiamate è la prova dei fatti. Un cliente dice di stimarti immensamente ma utilizza altri fornitori? Quanto ricorre a te è la prova dei fatti. Un capo dice che sei bravo ma dà l'aumento a qualcun altro? Quanti soldi ricevi è la prova dei fatti. Un collega dice di apprezzare il tuo lavoro ma poi prende una decisione che ti penalizza? La decisione che ha preso è la prova dei fatti.

Noi spesso ci fermiamo a quello che ci appare, che ci dicono, che ci fanno credere. Reagiamo all'idea del comportamento dell'altro, non al comportamento effettivo. Perché? Perché spesso abbiamo paura delle conclusioni cui potremmo arrivare. Comincia a sottoporre l'immagine che hai degli altri alla prova dei fatti. Non giudicare tu: lascia giudicare a loro. Vedrai come rapidamente cambierai idea su molte persone.

(C) Diego Agostini/Commitment 2010 - All Rights Reserved

15 commenti:

letix ha detto...

wow Diego, ci vuole coraggio....

Anonimo ha detto...

Una mia collega ritorna al lavoro dopo un lutto. E'visibilmente sofferente e ricerca comprensione ed affetto. Lo stesso giorno scopre che mentre era via una collega aveva spostato una riunione gia'fissata senza avvertirla, pensando che lei sarebbe stata d'accordo. Ed invece lei si impunta ed obbliga tutti a rimettere le cose come le aveva decise lei prima di stare a casa. Alla faccia della poveretta bisognosa di comprensione...

Anonimo ha detto...

Chiedo scusa se la butto sulla politica... Ma qual e' la prova dei fatti per questo governo? Le piccole industrie che chiudono ogni giorno? Il rapporto debito/pil peggiore di quello della Grecia? Le retribuzioni più'basse in Europa? E meno amle che si autodefinisce "il governo del fare". Si,fare parole. Hai proprio ragione: la gente non applica la prova dei fatti. Ciao. Luigi

Anonimo ha detto...

Giusto! Lasciamo che siano i fatti a giudicare. Invece noi siamo abituati a far rientrare i fatti nel nostro modo di vedere le cose. Tendiamo a giustificare, quando c'e' qualcosa che non rientra nelle nostre aspettative. Probabilmente anche per difendere la nostra autostima.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con Luigi. Del resto nessuno ha sottoposto a prova dei fatti il governo Prodi, che pure era riuscito a mettere i conti a posto...

Anonimo ha detto...

Concordo. Penso che questo sia quel processo naturale in taluni più' sviluppato rispetto che in altri. Si chiama selettivita'. Col tempo, chi negli anni osserva, studia ed analizza il comportamento degli altri, talvolta per predisposizione e senza necessariamente consapevolezza, giunge a percepire che la tendenza delle persone e' di sbilanciarsi con le affermazioni e promesse spinti da uno stato emozionale momentaneo, e che raramente segue un comportamento effettito, pratico e diluito nel tempo.
Si diviene, dunque, più' attenti, esigenti. In fondo, cio' che si ottiene dagli altri e' il frutto di cio' che noi stessi diamo. Se il nostro impegno nei e' serio, e' corretto esigere la stessa corrispondenza. Maggiore selezione equivale a maggiore qualita'. che ne pensi, Diego? Ciao Rossella

Anonimo ha detto...

Concordo con Rossella, aggiungendo pero'che a volte la discrepanza con i fatti non dipende dal non far seguire impegni presi sotto la spinta emozionale, ma dall'illusione che molti hanno di poter imbonire gli altri, di poterli "fare su" come vogliono loro. Ha ragione Diego: sono i fatti a parlare.

Diego Agostini ha detto...

@Letix: certamente, vedo che hai colto il messaggio del post.
@Anonimo 1: caso identico a quello descritto da Salinger della donna nel cinema.
@Luigi e anonimo 2: Meglio lasciare la politica fuori dal blog.... Questo è un laboratorio, se il principio funziona ognuno lo applichi come crede.
@Rossella: è la mancanza di consapevolezza che mi mette sul chi va là...
@ Anonimo 3: l'illusione di manipolare gli altri è il sogno di molti...

Eklettik@ ha detto...

Ciao Diego, sono pienamente d`accordo!! Sono sempre i comportamente e i fatti che forniscono la misura di cio` realmente pensiamo...conosco persone che professano rispetto e si riempono la bocca definendo "amico" chiunque, per poi vedere le persone stesse sparire per mesi o addirittura fare le "doppio giochiste"...

Io misuro SPIETATAMENTE dai fatti, e lo dico sempre a chiunque ...o magari in certi casi mi limito a pensarlo, nel caso del lavoro.


Non mi lascio adulare anche se in modo divertito osservo alcuni esemplari umani a cui piace proprio tanto essere presi per i fondelli da chi fa della dialettica un`arte sapiente per convincere abilmente il prossimo!

Ciao,
Eklettik

Anonimo ha detto...

Blog fantastico, commenti fantastici. Ciao a tutti. Franca.

Daniele ha detto...

Eccellente post (come sempre), condivido in pieno! Volevo solo osservare che la prova dei fatti non necessariamente deve portare a conclusioni negative su una persona, ma puo' anche accadere il contrario.

Un collega e' burbero e scostante, ma al momento giusto collabora e ti aiuta nel tuo lavoro? Quella è la prova dei fatti che non e' poi cosi' antipatico come sembra.

Oppure: il tuo capo e' spesso critico e severo, ma poi ti dà un bel giudizio alle performance appraisal? Si vede che apprezza il tuo lavoro molto più di quanto non lasci trasparire abitualmente.

Ciao!

Diego Agostini ha detto...

Bravissimo Daniele! Mi hai letto nel pensiero, volevo giusto fare un'aggiunta in questo senso al post, grazie per averci pensato tu. Sottoscrivo tutto.

lisa ha detto...

Mentre leggevo il nuovo post me ne veniva in mente uno dei precedenti "credere alle favole"...e penso sia un pò quello che faceva notare Daniele sul cercare qualcosa di positivo anche quando non ci troviamo accanto persone molto sincere.. partendo dalla "prova dei fatti" potrà capitarci di reagire "credendo alle favole" creando pensieri positiviche ci servono per vivere serenamente!! Grazie Diego..

topo ha detto...

Ciao,

ecco un commento da rompiscatole....

Tutto questo è perfetto se si pensa davvero che ognuno sia in grado di guardare OGGETTIVAMENTE un fatto. Ma l'oggettività esiste?

Mi spiego meglio: riguardo all'esempio del libro, non sappiamo se il ragazzino era appena stato al bagno, se la madre si prendeva finalmente un attimo per lei dopo enorme tempo e quindi per qualche minuto aveva abdicato al ruolo della madre perfetta, se il ragazzino era un patologico rompiscatole....insomma, a mio parere quando guardiamo OGGETTIVAMENTE ad un fatto indossiamo sempre le lenti deformanti della nostra storia, della nostra sensibilità, del nostro stato d'animo.

Sempre a mio avviso, se non accettiamo che il fatto possa essere visto da più angolazioni, rischiamo di sentirci paladini di giustizia avendo invece interpretato nella maniera che ci sembrava più logica e coerente secondo il nostro punto di vista.

Un esempio: qualche giorno fa ero ospite da mia sorella, una ragazza d'oro ma di modi un po' bruschi. La mia nipotina di 4 anni mi prende ad alibi per scatenare un inferno di capricci e piagnistei. Mia sorella mi invita in maniera brusca ad andarmene, nonostante avessimo pianificato di proseguire insieme la serata per concludere delle attività che avevamo in corso.

il fatto: mia sorella mi 'caccia' da casa sua

il suo punto di vista: Sara mi sta ricattando attraverso te, e io sono talmente stanca e affaticata che non ho le energie per affrontare la situazione se tu rimani qui; ho bisogno di togliere l'alibi della zia buona a mia figlia.

il mio punto di vista: al di là del fatto, ho sentito il disagio di mia sorella, e, poichè le voglio bene, sentivo la necessità di aiutarla. Sono andata serenamente a casa.

Per la cronaca: il giorno successivo mia sorella era piena di sensi di colpa e mortificata, ma le ho dimostrato che non era successo nulla

Diego Agostini ha detto...

@topo: proprio perché la realtà in sé non può essere conosciuta e ciò che noi possiamo sperimentare è una percezione della realtà, cercando il fatto abbiamo un punto di riferimento il più possibile oggettivo.

Nell'esempio, molto bello, di tua sorella, il fatto è che lei ha preferito mandare via te piuttosto che averti in casa e gestirsi il comportamento della bambina.