domenica 1 novembre 2009

Enjoy Complaining! (instant leadership #1)


Ma come? Nell'ultimo post non avevamo detto di farla finita con le lamentele? E adesso allora perché stiamo dicendo di amarle?

Facciamo una piccola premessa: questo è il primo dei post "instant leadership". Molto spesso mi si richiedono consigli su come migliorare la propria leadership, ed allora ecco l'idea di dare qualche suggerimento semplice e potente. Ecco il primo.

Per aumentare la tua leadership non devi fare altro che amare le lamentele, ma quelle degli altri, non le tue. Per le tue valgono le cose dette in "stop complaining". Per quelle degli altri invece valgono comportamenti come l'ascolto, la condivisione del disagio, lo stimolo a concentrarsi su ciò che va bene, il supporto a risolvere la situazione.

Prova a pensarci: se qualcuno si lamenta con te, ti sta riconoscendo una leadership. Infatti:

  • nessuno si lamenta se non ha un minimo di speranza di cambiare le cose
  • nessuno si lamenta con chi percepisce inutile per cambiare le cose
  • nessuno si lamenta di cose che non vorrebbe cambiare.
Ecco perché alla persona con cui ci si lamenta viene attribuita contemporaneamente una leadership.

Gli esseri umani si comportano sempre con una logica, che sia giusta o sbagliata. E la logica della lamentela prevede che ci si scarichi con la persona più rassicurante su cui si può indirizzare un messaggio per poter vedere risolto un problema. E' tua la scelta: se qualcuno si lamenta con te, puoi mandarlo via infastidito. Ma poi non lamentarti del fatto di non avere leadership. Puoi ascoltarlo, dargli ragione e liquidarlo. Ma poi non lamentarti del fatto che non ti riconoscono leadership. Oppure puoi ascoltarlo, indirizzarlo, supportarlo. Ma poi non lamentarti del fatto che tutti vengono da te a lamentarsi quando tu non hai nessuno con cui farlo.

Perché quella è la leadership.


Writing by Diego Agostini/Commitment. All Rights Reserved

3 commenti:

Unknown ha detto...

Si giusto, grazie. Le lamentele degli altri sono importanti, non vanno scacciate o non ascoltate. Sono l'espressione di un disagio che va messo a fuoco.

Adalberto Mariani ha detto...

Ciao Diego,
il mio può sembrare un discorso pessimistico, ma è frutto di esperienza personale. Il tipo di leadership che stai descrivendo in questo articolo mi sembra basato sull'utilitarismo. Ti viene riconosciuta finchè sei utile. Il problema è che, nel momento in cui non lo sei più, è possibile che ti venga immediatamente negata. Per inciso, con questo non intendo dire che vada sempre così, però a volte capita..

Diego Agostini ha detto...

Adalberto hai ragione ma ti chiedo: quale leadership non è basata sull'utilitarismo? Il riconoscimento di un leader in sé parte dalla percezione di un'utilità. Insomma, ci scegliamo un leader quando pensiamo che seguendo lui ne abbiamo più da guadagnarci che agendo da soli o con qualcun altro... Per questo un leader non deve cercare riconoscenza, e non aspettarsi che l'adesione sia incondizionata. Ciao!