sabato 27 febbraio 2010

Come superare una crisi

Bruno è uno dei miei migliori amici, ed è un regista di teatro. Tempo fa si è trovato, durante la preparazione di uno spettacolo, in un momento di crisi. La riscrittura del testo era arrivata ad un punto morto, e le prove con gli attori non stavano funzionando bene. Bruno allora ha chiesto aiuto a Peter, il suo maestro. Peter non gli ha dato a soluzione del problema, ma un consiglio ancora più prezioso.

"Torna al punto di partenza", gli ha suggerito Peter. "Ripensa al momento in cui hai pensato di mettere in scena proprio questa rappresentazione. Pensa al motivo per cui l'hai scelta, a cosa ti ha ispirato. pensa al significato per la tua vita, e a quale messaggio pensavi di lanciare realizzandola". Bruno seguì il consiglio di Peter e grazie a questo trovò delle soluzioni brillanti, che garantirono il grande successo del suo spettacolo.

E' proprio questo il modo migliore per superare una crisi: tornare al punto di partenza. Quando ci impegniamo in un progetto, qualunque esso sia, siamo illuminati ed entusiasti. Dopo un po', però, subentra la stanchezza, il senso di abbandono, la perdite di senso di ciò che stiamo facendo. Questo momento si chiama crisi. Le scelte sembrano difficili, le idee poco chiare, gli sforzi inutili. E' in questo momento che dobbiamo tornare al punto di partenza, e chiederci cosa ci ha motivato nel momento in cui abbiamo fatto iniziare il tutto. E' proprio quello che ci farà trovare la soluzione.

Pensiamoci, tutte le volte che c'è una crisi in un progetto aziendale o personale, tutte le volte che viviamo seri problemi con l'azienda in cui lavoriamo o con il rapporto affettivo che stiamo vivendo. Tornare al punto di partenza ci chiarirà qual è la nostra visione e ci permetterà di capire qual è la scelta migliore.

Writing by Diego Agostini/Commitment - All Rights Reserved

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Quasi sempre dimentichiamo gli scopi per cui le cose sono cominciate... E' vero, se ritorniamo a quegli scopi troviamo la soluzione che ce li fa perseguire. Oppure se ci rendiamo conto che quegli scopi sono venuti meno, possiamo anche cambiare progetto.

Anonimo ha detto...

Tutto ciò vale anche per il matrimonio?

Max ha detto...

Rispondo al precedente commento. I suggerimenti dati da Diego possono essere applicati a qualsiasi aspetto della vita e per affrontare qualsiasi problematica. Vediamo come applicare quest’ultimo suggerimento nel caso di un matrimonio. Intanto per cominciare ti direi che una crisi non va vista come qualcosa di negativo, la crisi e’ un momento di crescita, indica il passaggio da uno stato ad un altro, indica che qualcosa non va, ma se viene affrontata con maturità ti porterà a vivere meglio. Allora, supponiamo che la crisi sia avvertita solo da te. Tornare al punto di partenza, a mio avviso, significa riprendersi i propri spazzi, tornare a quando eravate solo fidanzati. Probabilmente molte cose che facevi allora non le fai più, magari per te erano importanti, ma ci hai rinunciato. Non guardare quello che e’ cambiato nel tuo partner e che, dal tuo punto di vista, ha generato la crisi, ma inizia a guardare quello che e’ cambiato in te in questi anni. Magari quello che il tuo partner ha sposato non esiste più. Tornare indietro significa anche questo.

Diego Agostini ha detto...

Grande Max. E' proprio così. Non ho veramente nulla da aggiungere, complimenti.

Marco ha detto...

Concordo con quanto detto da Max, spesso siamo noi a cambiare, senza accorgerci che l'altro reagisce a dei nostri comportamenti, diversi da quello che facevamo in precedenza.

Andrea C. ha detto...

Anche io conocrdo con Max. Ma secondo me vi è un elemento fondamentale in una crisi: il tempo.
La crisi per me è anche questo, scegliere anche in base al momento e a quanto riesco a resistere in una condizione di "non comfort". Darmi una tempistica mi è fondamentale.

Max ha detto...

Andrea, come fai a darti delle tempistiche? Mi sono fatto questa domanda perché se hai una soluzione la applichi subito, non aspetti una scadenza. Ma detto così sembrerebbe che la tua unica soluzione alla scadenza sia la fuga. Fuggire in un momento di crisi sposta solo il problema in avanti.

Andrea C. ha detto...

Ciao Max, io parto dalla mia convinzione (se vogliamo anche banale) che una crisi non puo' durare in eterno. Altrimenti a cosa mi serve?
Come dicevo, almeno per quanto mi riguarda, i tempi dipendono da quanto mi conosco o, meglio, da quanto conosco la mia capacita' di gestire il disagio che una crisi crea.
Se poi pensiamo al campo lavorativo i tempi sono spesso semplici da riconoscere perche' probabilmente imposti da scadenze.
La domanda che poi sorge e': se non risolvi la crisi entro i tempi che ti sei dato cosa fai?
La fuga non e' la soluzione ma e' comunque una opzione.
Quando mi e' capitato ho dovuto riconoscere di non avere saputo scomporre il problema in problemi piu' piccoli e piu' facilmente risolvibili perche' dovuti al riconoscimento dei miei propri limiti.

Max ha detto...

Hai ragione che non può durare in eterno, ma e’ anche vero, che niente dura in eterno.
A mio avviso, non si può stabilire un tempo limite, una crisi dura il tempo che deve durare, di qualsiasi natura essa sia.
E anche se può creare disagio, si deve accettarla e conviverci e non respingerla, e li per un motivo.
La fuga, anche se e’ un’opzione, sicuramente la più facile, non e’ quella corretta se applichiamo il Think Fresh.
La crisi va risolta nel tempo che richiede ,e il consiglio di Diego e di Tornare al punto di partenza e non di evitare il problema.
Ovviamente, se ci sono delle scadenze lavorative, allora ci si deve attivare per uscirne il più velocemente possibile, magari cercando il supporto di altri, un aiuto esterno, un consiglio.
Diego, che ne’ pensi ?