martedì 28 aprile 2009

Scegli gli "Upper"

Mi sono trovato a riflettere sulle persone con le quali, in modalità diverse, mi sono trovato a contatto durante tutti questi anni di vita professionale. In estrema sintesi ognuna può ricadere in due categorie: gli "upper" e i "downer".

Gli "upper" sono coloro che ti sostengono, ti danno una mano, ci sono nel momento del bisogno. Tifano per te.

I "downer" sono tutti gli altri. Si, tutti gli altri, soprattutto quelli che ti mettono i bastoni tra le ruote. Ma non solo. Possono essere "downer" anche coloro che non fanno niente di particolarmente scorretto nei tuoi confronti. Spesso, anzi quasi sempre, i "downer" non fanno proprio niente. Semplicemente, non tifano per te. In situazioni normali non te ne accorgi nemmeno. Sono gentili, magari anche simpatici. Essi sanno perfino mascherarsi da "upper", dichiarandoti amicizia. E magari lì per lì sono anche sinceri.

Ma poi ci sono dei "momenti della verità" in cui si capisce in quale delle due categorie cadono le persone.  I "downer" non si fanno trovare oppure fanno i preziosi, o peggio ti umiliano con la scusa che stanno facendoti un piacere a farti notare ciò che non va bene in te. Gli "upper" gioiscono per i tuoi successi e quando anche solo ipotizzano che tu abbia bisogno ti sostengono. Ti ricordano le tue qualità e ti fanno sentire importante. Ti danno la forza per affrontare le criticità. 

Lascia i "downer" al loro destino e circondati dagli "upper". Se riesci, fai qualcosa in più: ringrazia i tuoi "upper" di essere tali. E magari diventa tu stesso un "upper".

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domenica 12 aprile 2009

Sapresti rinunciare al terzo desiderio?

Ogni sera prima di dormire il mio bambino Andrea (5 anni) mi chiede di raccontargli una storia. Così mi metto lì e praticamente ogni volta la invento sul momento, mischiando cose vere con cose di fantasia. Ieri ne ho tirata fuori una che ha fatto riflettere anche me.

Un bambino di nome Brugi si sveglia di notte per fare la pipì e decide di andare da solo in bagno. Qui trova un ambiente caldo grazie alla stufetta elettrica che il suo papà ha comprato al Brico Center durante la giornata. Ma vede sulla stufetta un piccolo pulsante che i grandi non avevano notato durante il giorno. Lo preme e ne escono prima raggi di luce colorati, poi uno strano personaggio. "Chi sei sei?" chiede Brugi. "Sono il maghetto del termoconvettore" risponde il personaggio. "Puoi esprimere tre desideri e io li farò diventare veri". Brugi è tutto emozionato. Come primo desiderio chiede un'astronave come quella dei "Little Einsteins" (personaggi tv). Questa compare sul balcone di casa e Brugi con il maghetto ci saltano sopra, partendo a razzo. I due viaggiano rapidamente attraverso le città europee, poi Brugi vuole andare più lontano. L'astronave si dirige allora verso l'Africa, e Brugi rimane colpito nel vedere tutti quei bellissimi alberi e quei bellissimi animali. Ma ad un certo punto Brugi si rabbuia, perché vede molta gente povera e molti bimbi che muoiono di fame. Allora, come secondo desiderio, chiede al maghetto acqua e cibo per tutti. Immediatamente dalla terra arida escono fontane e meravigliosi alberi da frutto. I bambini sono felici e Brugi anche. Ma si accorge che nel frattempo l'astronave è scomparsa. "E' ovvio", interviene il maghetto, aggiungendo un'informazione che prima non aveva dato. "Quando esprimi un nuovo desiderio, quello precedente si annulla". Brugi è nei guai, perché come terzo desiderio vorrebbe tornare a casa, ma se lo formulasse i bimbi perderebbero acqua e cibo. Dopo un po' di indecisione, decide di non esprimerlo. Però pensa con tristezza "non vedrò più i miei genitori..." Dopo un po' vede arrivare dei camion di una spedizione che nota subito il bimbo disperato. "Noi stiamo tornando nella tua città, ti portiamo noi in aereo!" Brugi è felice, ed in compagnia del maghetto riesce a tornare a casa prima dell'alba. A casa sua tutti stanno ancora dormendo e nessuno si è accorto che nel frattempo lui era volato via. Brugi si dirige verso il suo lettino, ed il maghetto verso la stufetta elettrica. Ma prima di salutare Brugi, il maghetto dice: "ricordati che hai ancora un terzo desiderio da esprimere". Brugi ci pensa un po' su e risponde: "grazie maghetto, sei veramente gentile ma penso che il terzo desiderio... non lo esprimerò mai." I due si salutano e Brugi torna a dormire sorridente, pensando ai bambini che continueranno ad avere l'acqua e i frutti.

Ad Andrea la storia è piaciuta molto, mi ha detto che Brugi ha fatto molto bene a non esprimere il terzo desiderio e che lui avrebbe fatto la stessa cosa al suo posto.

E noi? Siamo capaci di non realizzare qualcosa che piacerebbe a noi quando questa non permetterebbe ad altri di avere qualcosa di importante? Sappiamo rinunciare al terzo desiderio?

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domenica 5 aprile 2009

E se l'avessi voluto tu?

Questa  volta ti voglio suggerire un gioco da fare tutte le volte che non sei contento di qualcosa e ti viene voglia di lamentarti di una situazione, di una persona, di un periodo della tua vita. E' il gioco del "e se l'avessi voluto io?".

Il gioco è semplice. Ti lasci sfogare contro ciò che non va bene. Poi subito dopo ti chiedi: "e se tutto ciò l'avessi voluto io?". E cerchi di trovare una risposta. 

Nella maggior parte delle situazioni difficili, noi tendiamo a subire gli eventi. Quando subiamo gli eventi tutto sembra negativo. Con questo gioco invece sperimentiamo una sensazione insolita: ipotizziamo che un evento, anche negativo, possa dipendere dalla nostra volontà. Noi non facciamo nulla senza uno scopo, ed ecco la magìa: come pensiamo di avere voluto noi qualcosa e non di subirla, subito ne andiamo ad individuare i lati positivi, le potenzialità, le opportunità. 

Mi trovavo davanti ad un gruppo di manager incattiviti dalla crisi economica. Ho pensato allora di giocare a "se l'avessi voluto io?". Ho detto loro: facciamo un gioco. Immaginiamo che la crisi ce la siamo cercata noi. Quale potrebbe essere il motivo? Dopo un attimo di smarrimento, sono arrivate risposte del tipo: "per cambiare il nostro modo di lavorare"; "per guardare ai valori più veri"; "per sprecare meno risorse"... e così via. 

Prova a giocare. Prova a pensare che qualsiasi situazione te la sia cercata apposta. Prova a pensare che le persone con cui lavori e con cui vivi te le sia scelte tu. Prova ad immaginare che qualsiasi errore, svista, rogna siano in realtà frutto di una tua decisione. Vedrai come cambieranno il tuo stato d'animo ed il tuo comportamento. Trasformerai una situazione persa in opportunità.


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