lunedì 7 dicembre 2009

Il tuo disagio parla di te


Siamo seduti in una posizione scomoda. siamo appena usciti di casa e ci ricordiamo di avere dimenticato le chiavi, per cui dobbiamo tornare indietro. C'e' un cane che abbaia e non riusciamo a dormire. Un capo rigido. Un collega che parla troppo di se stesso. Un politico alla televisione che ci provoca irritazione. Quante volte proviamo situazioni di disagio? Centinaia. Ma cosa facciamo quando le proviamo? Nella maggior parte, se non nella totalita' dei casi, ce la prendiamo con quella che riteniamo la fonte del disagio. E cioe' il disordine di casa, il capo, il cane, il collega...
Per la prossima volta che proverai un disagio, ti propongo una strada diversa. Non cercare di prendertela con quella che ritieni la causa. Stai sul disagio. Trattienilo un attimo. Concentrati su cio' che provi. Decodificane le emozioni, anche se negative. Riconoscine le sensazioni fisiologiche. Trattienile per un po'.
Guarda il tuo disagio e ascoltalo: esso parla di te. Ti dice qualcosa che vale la pena che tu sappia. Ti potrebbe dire molte cose diverse: per esempio che tendi troppo ed inutilmente alla perfezione, o che hai paura che ti passino davanti, o che ti perdi in piccole cose. O che stai dando troppa importanza a qualcosa che ne merita di meno. Osservando il disagio invece di scaricarlo all'esterno, conoscerai meglio te stesso. Ma non solo. Vedrai, se riuscirai a stare sul disagio, accadra' qualcosa di paradossale: il disagio scomparira'.

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6 commenti:

Anonimo ha detto...

Si, dovremmo riflettere su noi stessi invece di prendercela con gli altri.

Alessio ha detto...

Ciao Diego,
complimenti per il tuo blog! L’acutezza delle tue riflessioni ci costringe ad un vigoroso esercizio di analisi, di decodifica dei nostri comportamenti, dei nostri schemi, dei nostri automatismi, in un continuo ragionamento su ciò che siamo e su come potremmo essere. Certo che non è semplice…
Grazie
Alessio

Anonimo ha detto...

Ciao Diego. Tutto riconduce al punto di controllo interiore. Passi per il disordine,il fastidio per il capo o il collega logorroico...ma il cane! Quale collocazione,quale analisi, quale decodifica possiamo dargli se non quella che vorremmo semplicemente dormire per una pura necessita' fisiologica? Potremmo dire che sfruttando l'impossibilita' di abbandonarsi a Morfeo per ovvie ragioni pratiche, si potrebbe approfittarne per leggere, per riflettere, per far altro...ma cio' non eviterebbe una disastrosa performance nelle normali attivita' del giorno che sorge. In sintesi: non trovi che talvolta ci siano dei disagi puramente fisiologici la cui riflessione abbia poca efficacia? Con affetto

Diego Agostini ha detto...

Grazie per il commento. Beh, se il post non mettesse in discussione un modo abituale di pensare, che "Think Fresh" sarebbe?
Anzitutto tranquillo; una notte insonne non fa abbassare la performance del giorno dopo! Una cosa mi piace del tuo commento: il cercare il lato positivo della situazione scomoda, cercare l'opportunita' nel vincolo. E' gia' un ottimo lavoro di efficacia personale.
Ma ora ti chiedo di fare un salto di qualita'. Prendiamo l'esempio del cane: non e' lui il responsabile del non dormire. Non avrebbe il potere di interrompere un bisogno fisiologico. Pensa a quante volte ti sei addormentato in mezzo ad un casino peggio di quello del cane.
E' la nostra proiezione del disagio sul cane che ci impedisce di dormire. Per questo, invece di prendercela con il cane, dovremmo fermarci un attimo prima e chiederci cosa quel cane siglifica per noi... Non sto dicendo che la risposta sia semplice. Sto dicendo che, facendoci anche solo la domanda, gia' abbiamo fatto un salto di qualita'. Un caro saluto! Diego

maria enrichetta ha detto...

Ho sempre amato la psicologia, ma mai avuto, per svariate motivazioni, la possibilita'di approfondire questo mondo, a mio avviso, meraviglioso. E' la prima volta che accedo ad un blog simile e la prima volta che rimango affascinata dai tuoi scritti...
Piu' spesso di quanto io stessa non speri, rivolgo a me stessa quesiti sugli eventi che hanno caratterizzato la mia vita e sulle scelte che li hanno scatenati. Cerco di capirne il vero significato e di mostrarmi piu' matura nelle successive occasioni.
Nella fase preadolescenziale, quando ero convinta che tutto il mondo fosse colorato di rosa, che tutti fossero degli angeli e che le nuvole fossero fatte di zucchero filato, venivo scossa da pennellate di rosso scarlatto (che nella mia visione rappresentavano litigi e/o sconvolgimenti rispetto la quotidianita'...) non capacitandomi del perche'.
Pensavo che vi fosse un orco che, nascosto da qualche parte, si divertisse a rimestare tutto sotto e sopra. Crescendo, invece, senza che qualcuno mi suggerisse il modo, ho iniziato ad analizzare gli eventi ed a studiarne non tanto gli effetti, quanto le cause. Ho imparato, sulla mia pelle, a sentire il mio fiato, ad ascoltare la mia voce, a sentire i battiti del mio cuore, ad abbracciarmi quando ne avevo bisogno e sgridarmi quando stavo sbagliando. Vivo, giornalmente, di emozioni, senza le quali non potrei respirare. Prima di prendermela con qualcuno che e' probabile abbia una percentuale di responsabilita' superiore alla mia, rispetto a qualcosa, ho imparato ad affacciare il naso nel mio cortile per capire se l'ordine apparente e' tale o se nasconde in se' un interessante caos...

Diego Agostini ha detto...

... E fai bene, perche' ti fai un sacco di domande.
Quando ho ideato TF! Mi sono chiesto come si potessero condensare concetti anche complessi della più' recente psicologia cognitiva in un modo che potesse essere utile a chi gironzola sul web.
La mia soluzione sono pensieri dotati di una solida base che pero' non si vede, in quanto la semplicita' deve prevalere.
Cerco di strutturare i post in modo che possano un po' spiazzare ed attivare dei processi di ragionamento. Più' che dare risposte, il mio obiettivo e' stimolate domande. La risposta verra' da se': la produrra' la tua mente da sola, prima o poi. Ma se anche non arrivasse, poco importa: il processo di pensiero attivato e' gia' una vittoria. Grazie per le parole di apprezzamento, spero di leggere altri dei tuoi commenti, e tanto più' saranno caotici tanto più' saranno apprezzati da me e dagli altri lettori di TF!

Diego