venerdì 28 ottobre 2011

Domande giuste, risultati giusti


Per ottenere risultati dobbiamo farci avanti, chiedere.

Ma non basta. dobbiamo fare le domande giuste.

La maggior parte della gente fa le domande sbagliate. E non ottiene risultati, anche se chiede.

Esempio di domande sbagliate che mi sono sentito rivolgere negli ultimi giorni: "Sono in difficoltà, mi aiuti a trovare lavoro?"; "Mi puoi dire quali progetti mi affiderai l'anno prossimo?"; "Non hai ancora fatto la riunione, quando la farai?":

Ecco come queste domande si possono trasformare in domande giuste: "Mi dai un consiglio su come ricollocarmi professionalmente?"; "Secondo te come si sta evolvendo l'attività?"; "Posso fare qualcosa per la riunione che era in programma?"

Notata la differenza? Le domande sono sbagliate quando chi le fa si aspetta che l'altro risolva il problema. In questo caso, chi domanda si pone come soggetto passivo nella soluzione. Sono giuste quando cercano la collaborazione dell'altro, affinché sia chi le fa a risolvere il problema. In questo caso è chi domanda che giungerà alla soluzione.

Fai le domande giuste, avrai risposte giuste. E i risultati che desideri.


(C) Diego Agostini/Commitment - All Rights Reserved

domenica 23 ottobre 2011

Richiedi!

Con questo post si chiude la "trilogia della reazione". Completamento del cassetto dei sogni e dell'alzare la posta.

L'illusione è quella di fare tutto da soli. Non si possono raggiungere risultati di successo senza l'aiuto degli altri.

Il problema è che la maggior parte delle persone fa due tipologie di errore:

1) Pensare di farcela in autonomia
2) Aspettarsi che gli altri diano un supporto

In entrambi i casi, non si chiede aiuto.

La cosa peggiore è che, quando poi non si ottiene ciò che si desidera, si tende ad incolpare gli altri. Li si accusa di non essere stati sufficientemente attenti, di essere egoisti, di voler sfruttare senza dare. Ma come fanno gli altri a darci supporto se non lo abbiamo richiesto esplicitamente?

Richiedi, se vuoi ottenere. Esponiti. Fatti avanti. Magari riceverai un no, ma avrai messo le cose in chiaro. Certo, lo devi fare bene. Evita di perseguitare, di stressare, di essere inopportuno. Ma richiedi. Se non richiedi e non ottieni, non lamentarti dopo. O meglio, lamentati solo con te stesso.


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venerdì 21 ottobre 2011

Alza la posta!

Se hai vissuto o stai vivendo un momento di stallo conosci bene la situazione. Le cose sembrano non andare, ti sembra di avere difficoltà a fare ciò che prima facevi facilmente. Di solito in questi casi si entra anche in conflitto con qualcuno e ci si incapponisce contro quella persona in modo ossessivo.

Il problema di questi momenti è che la reazione solita è quella di ridurre, ritrarsi, abbassare le aspettative.

Bisogna fare esattamente il contrario. Bisogna alzare la posta.

Mi spiego meglio. Immaginati di essere un alpinista abituato a scalare una certa vetta. Dopo un po' la cosa diventa normale. Dopo un po' diventa anche faticosa. Dopo un po' litighi con un compagno di viaggio. A questo punto ti senti un po' stanco di andare per le montagne decidi di fermarti. Pensi che se sei stanco su un risultato normale non sia il caso di perseguire altre mete, più difficili. Sbagliato. Proprio in quel momento è ora di puntare oltre. E' in quell'istante che devi progettare di scalare la vetta più alta. Si, perché il  nuovo progetto dà più energia. La sfida genera adrenalina. Il senso dell'obiettivo dà motivazione.

Si, la tua insoddisfazione non deriva dal momento o dalle persone, deriva dal fatto che non hai un traguardo serio su cui puntare. E se la confondi con la stanchezza, riducendo il traguardo peggiori la situazione.

Per questo, forza: alza la posta. Vedrai che i problemi del momento cesseranno di assillarti, non sprecherai più tempo a rimuginare sui rompipalle, la tua stanchezza si trasformerà in energia.

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mercoledì 19 ottobre 2011

Apri un pochino quel cassetto!

Il problema di avere i sogni nel cassetto sta nel fatto che la gente pensa che il cassetto debba stare o chiuso o aperto.

Niente di più sbagliato. Se il cassetto sta chiuso, i sogni rimangono dentro e continueremo a lamentarci del nostro presente.

Ma il cassetto non può stare aperto, perché è una grossa responsabilità fare uscire il sogno. Una volta che il cassetto è aperto il sogno o si realizza o muore. Per non correre questo pericolo, la gente lo tiene chiuso.

Qui sta il tranello. Il cassetto non deve stare né chiuso né aperto. Il cassetto deve stare un po' chiuso e un po' aperto. Per essere più precisi, deve schiudersi a poco a poco.

Facciamo un esempio. A volte sento gente che dice: "ma io lascio tutto e vado a lavorare in campagna". Se questo è il sogno nel cassetto, apri un pochino il cassetto. Informati, fai un giro, documentati. Credici. Anche se sai che il giorno dopo tornerai a lavorare nel tuo ufficio. Intanto hai aperto un po' il cassetto. Dopo un po' manda una mail, parla con qualcuno, approfondisci. Aggiungi un tassello: aprilo ancora un po'. agisci come se fosse ora che, a poco a poco, il sogno si debba realizzare. Facendo così, da un parte il sogno non rimane chiuso, ma neanche scappa via. E tu puoi considerare veramente la possibilità che si realizzi o meno. Oppure capire che era il sogno sbagliato, meglio saperlo subito. Ma anche se così fosse, per un po' hai fatto progetti, ipotesi, hai visto la tua realtà in modo diverso.

Dai, apri un po' quel cassetto. Solo di poco, che ti costa?

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giovedì 13 ottobre 2011

Come fai finire la storia?

Ho appena inventato questa storia per fare addormentare il mio bambino, e vale la pena che la proponga anche ai fresh thinkers.

C'erano due bambini a cui piacevano le macchinine. Solamente che ad uno piacevano quelle gialle, all'altro quelle rosse. Il primo aveva un sacco di automobiline tutte gialle, l'altro le aveva tutte rosse. Ognuno le voleva solo del colore preferito.

I due non mancavano di litigare, quando si trovavano insieme. Uno diceva che le gialle sono le più belle, l'altro rispondeva che sono meglio le rosse.

A Natale successe però una cosa strana. Il bambino che amava le macchinine gialle ricevette in dono da Babbo Natale una macchinina rossa. Il bambino che amava le rosse ne ricevette una gialla. Ognuno dei due rimase perplesso per il dono ricevuto e, con un po' di disappunto, cercò di nasconderlo all'altro: se ne vergognava. Nessuno dei due quindi parlava all'altro dei propri regali di Natale, e se si veniva sull'argomento, glissavano.

Un bel giorno la maestra propose ai bambini di portare a scuola i doni di Natale per mostrarli agli altri, e così i due non poterono più nascondere il proprio. Così uno scoprì che l'altro aveva ricevuto una macchina del colore che aveva più volte apertamente disprezzato.

Cosa poteva essere successo? Babbo Natale si era confuso? Impossibile, Babbo Natale non si confonde mai.

In ogni caso, ora avevano una situazione più chiara. C'erano due possibilità: tenere la macchinina ricevuta o scambiarsela. Che fare?


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domenica 9 ottobre 2011

Adesso!

Prima di partire per le vacanze estive ho commissionato un po' di lavori da fare con calma, tanto c'era un sacco di tempo. Sistemare i muri di casa, fare il tagliando alla macchina, realizzare una brochure. C'era tutto agosto a disposizione, i lavori mi servivano per settembre. Risultato? I muri sono imbiancati ma il lavoro è ancora da finire, e siamo in ottobre. La macchina era pronta subito, ma ho preso 169 euro di multa perché si sono dimenticati di farmi la revisione. Della brochure non c'è traccia.

Qual è il problema? Si, è paradossale. Il problema è che c'era troppo tempo a disposizione. Il troppo tempo rilassa le persone, dà l'illusione che in qualsiasi momento, con calma, si possono fare le cose. Avere troppo tempo toglie il senso dell'urgenza e del risultato.

Ecco perché non bisogna aspettare di avere tempo, per fare le cose: bisogna farle e basta.

Ma quante volte abbiamo detto "Quando avrò tempo... mi occuperò di questo, di quello, di me". La brutta notizia è che non avremo mai il tempo. La buona notizia è che se anche lo avremo, lo sprecheremo. Per questo, meglio non aspettare di avere tempo, per fare le cose.

Non dire mai più "Adesso non è il momento per mettere in ordine la mia vita". Proprio adesso che non è il momento, devi agire.

E ricordati il detto cinese: "il momento migliore è 20 anni fa. Il secondo momento migliore è adesso".

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