sabato 23 aprile 2011

Mi vorrò bene quando...

Mi vorrò bene quando... prova a completare questa frase. Solo dopo, continua a leggere.

In modo semplice e rapido, ciò che hai pensato completandola ti permette di prendere consapevolezza di qualcosa di estremamente importante per te: l'elemento al quale, magari inconsciamente, condizioni la tua autostima e la tua felicità.

Ti vorrai bene quando avrai vinto una gara? Quando qualcuno sarà soddisfatto di te? Quando otterrai un lavoro importante? Quando avrai più soldi?  Renditi conto che stai subordinando la tua autostima ad una vittoria, al giudizio di una persona, ad una posizione, al denaro.

Ti devo a questo punto fare una rivelazione: stai sbagliando l'ordine delle cose. Stai considerando quegli elementi come mezzo e l'autostima come fine. In realtà il rapporto è esattamente il contrario: l'autostima è il mezzo per avere ciò che desideri. In altre parole, se non ti vuoi bene, rischi di non ottenere nulla.

Di solito non mi piace indicare una soluzione, ma in questo caso lo voglio fare. La frase completata nel modo "giusto" è la seguente: "Mi vorrò bene quando lo dico io. E io dico... adesso".

(C) Diego Agostini/Commitment - All Rights Reserved

domenica 17 aprile 2011

Mediocrità o grandezza. La tua scelta?

In una delle mie prime esperienze lavorative avevo un capo arrogante, aggressivo, cinico. Notai che dopo un po' di tempo uno dei miei colleghi, quello che gli era più vicino, era diventato esattamente come lui.

Quando qualcuno si comporta male nei nostri confronti possiamo reagire in due possibili modi: fare con gli altri esattamente come ha fatto con noi o fare il contrario.

La prima modalità, quella del mio collega, in psicoanalisi si chiama "identificazione con l'aggressore". E' una reazione comprensibile, umana. Il principio è quello per cui il comportamento degli altri ci insegna qualcosa trasmettendola. E l'imitazione di quel comportamento è la via più semplice.

Ma non è la via del leader.

Il leader sceglie di reagire seguendo la strada della grandezza. Fa tesoro delle proprie esperienze. Ci lavora sopra, ci ragiona. Non sceglie la strada più semplice. Non scarica sugli altri le sue frustrazioni. Non fa pagare agli altri ciò che ha subito lui. Non sceglie la strada della mediocrità mettendosi dalla parte dell'aggressore, si mette dalla parte della vittima.

Quando subisce un torto, il leader impara come "non" fare con gli altri e costruisce il suo modo di agire "per" gli altri. E' questo il suo, personale, contributo al mondo.

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venerdì 8 aprile 2011

Fatti dare del pazzo

Tempo fa, quando non avevo ancora una mia società di consulenza, ero stato chiamato da un cliente per un progetto. Tornato in ufficio, presentai al mio capo le idee che avevo avuto. Ero elettrizzato, perché si trattava di fare qualcosa di completamente diverso dal solito. Ma il mio capo mi smontò, dicendomi: "Se presenti una cosa del genere, ti rideranno dietro": E mi propose una scelta più tradizionale.

Ricordo che mi trascinai fino a casa, depresso. Cosa dovevo fare? Seguire il consiglio del mio capo era la cosa più semplice: se il progetto fosse stato accettato l'avevo fatto io, se fosse stato rifiutato potevo dare la colpa a lui. Ma la cosa non mi convinceva. Mi chiesi cosa io volessi veramente. E io veramente volevo procedere con la mia idea. Ma, nel caso in cui fosse stata rifiutata, mi sembrava già di sentire la voce del capo: "te l'avevo detto".

Stavo quasi rinunciando quando realizzai che se non avessi avuto il coraggio di andare avanti in quel momento, non ce l'avrei mai più avuto. Avrei educato me stesso a non rischiare, a scegliere la via più comoda, a rinunciare di realizzare ciò che veramente volevo.

Così andai avanti, con il disappunto del mio capo. Il progetto fu un grande successo, oltre tutte le  aspettative. 

Non c'è innovazione senza una rottura di schemi, e se rompi gli schemi ti danno del pazzo. Si, potrebbe andare male, ma almeno ci hai provato. Ma se va bene, gli scenari che si aprono sono enormi. Da quell'episodio si innescò un processo che mi portò a costruire una mia azienda. 

Fatti dare del pazzo: hai solo da guadagnarci.


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