sabato 6 febbraio 2010

Hai il coraggio di essere te stesso?


Fai una rapida revisione della settimana appena passata. Quante sono le persone che ti hanno mentito, che non hanno mantenuto le promesse, che hanno distorto l'evidenza, che si sono lamentate di te con altri e di altri con te? Probabilmente molte. Purtroppo il mondo è pieno di comportamenti di questo genere. Di solito chi si comporta in questo modo lo fa perché si crede ( o tenta di essere) più "furbo" degli altri.

Probabilmente questi comportamenti distorti ti hanno fatto provare rabbia o sofferenza. Ebbene, devi sapere che le prime vittime di questi comportamenti sono proprio le persone che li mettono in atto. Non si rendono conto che il danno provocato agli altri corrisponde ad un danno provocato a se stessi. L'errore in cui di solito si cade è credere che il rapporto con se stessi sia separato da quello con gli altri. Ma non è così.

La misura con cui si entra in rapporto con gli altri determina il limite della misura con cui entriamo in rapporto con noi stessi, e viceversa. Se non vogliamo bene agli altri, non vogliamo bene a noi stessi. Facci caso: le persone molto severe con gli altri sono, prima di tutto, severe con se stesse. Entrare in contatto con noi stessi è vitale per la nostra salute fisica e psicologica. Ma ecco che se non sappiamo entrare in contatto con gli altri, questo ci risulterà impossibile.

Osserva chi pensa di essere furbo, chi trova scorciatoie, chi falsifica le carte nella relazione. Ti accorgerai che a poco a poco diventa artefatto, artificiale in tutto ciò che fa. Perfino il suo viso diventa una maschera.

Noi non vogliamo diventare così, vero? Ma come fare per evitare questo? Semplice: essere se stessi. Ma per essere se stessi ci vuole coraggio. Il coraggio di dire "ho sbagliato", il coraggio di ammettere un problema, il coraggio di dire le cose che si pensano, con grande rispetto dell'altro. Il coraggio di dire la verità ed essere franchi. Di non cercare scorciatoie.

Tutto questo ha un nome: autenticità. E il coraggio è necessario, per essere autentici.


Writing by Diego Agostini/Commitment - All Rights Reserved



9 commenti:

Giovanna ha detto...

Questo post è epocale. Grazie.

Anonimo ha detto...

Non voglio ridurmi come una maschera. Hai ragione, per un po' sembra funzionare la strategia del furbo. Ma poi qualche conto non torna. Ecco qual è il motivo. Non tornano i conti con se stessi! Il furbo che frega gli altri non capisce che sta fregando se stesso. Molto meglio ripartire da sè, da ciò che è vero.

Diego Agostini ha detto...

Fantastico.

Anonimo ha detto...

Poche volte, quasi mai riusciamo ad essere noi stessi sul lavoro. Mi sembra ora di capire che se non lo siamo, non riuscireno neanche ad esserlo in privato. Adesso ho la risposta: mi domandavo appunto come mai quamdo c'e' qualcuno in vista, di successo ma visibilmente artefatto, poi salta fuori che la sua vita privata e' tristissima.

Anonimo ha detto...

Hai ragione: e' più' facile essere artefatti piuttosto che autentici.

Max ha detto...

Concordo con Giovanna, quest’ultimo post e’ una bomba che ti esplode dentro appena la leggi.

Rossella ha detto...

...Un plauso al dono della sintesi che racchiude nella parola "autenticita'" l'essenza positiva dell'essere...oggi va di moda giustificare le proprie (spesso dubbie e brutte) azioni asserendo di essere "veri". Oppure la tanto inflazionata frase "sono me stesso". L'essere autentici e' qualcosa di più' esteso, complesso ma stupendamente esplicativo. Autore di se stesso, relatore dei propri interessi. Per farlo, necessario e fondamentale e' dare il buon esempio. Come coi bambini. Per ottenere da loro determinati comportamenti e' necessario mostrarli comportandosi nello stesso modo...Ma nella complessa logica umana e' più' semplice chiedere e pretendere dagli altri cio' che non si riesce a dare nemmeno a se stessi...ma le cose facili annoiano, ben venga dunque l'impegno a predicare bene per raccogliere altrettanto...

Gianfranco ha detto...

Caro Diego, mi piace il tuo post soprattutto nell'ultima parte, dove dici che dobbiamo NOI stare attenti a non essere artificiali. Infatti spesso noi ci sentiamo perfetti e riteniamo che siano gli altri a dover cambiare. Se pensiamo questo, leggere la prima parte del post può essere fuorviante per chi pensa di essere il "buono" circondato da una massa di "cattivi". Cominciamo a renderci conto di quando siamo noi nella categoria dei falsi ipocriti ed evitiamolo!

Marco F. ha detto...

Autenticità: niente maschere, niente scudi: una sfida mica da poco...