
Quando qualcuno eccelle particolarmente in un campo e ne vediamo i successi, tendiamo a pensare che tutto ciò che fa gli riesca particolarmente bene. Ma non è così. Non vediamo tutto il lavoro che permette agli output di successo di diventare tali.
Prendete il regista Tim Burton, per esempio. Tutti più o meno conosciamo i suoi film, perché sono famosi. Ma non conosciamo tutti i lavori che non sono andati a buon fine. Eccone alcuni: Catwoman, Conversations With Vincent, Dinosaurs Attack!, The Fall of the House of Usher, Geek Love, Go Baby Go, Hawkline Monster, Lost in Oz, Mai the Psychic Girl, Mary Reilly, Superman Lives, X: The Man With X-Ray Eyes.
Negli ultimi trent'anni egli ha speso un tempo enorme su progetti falliti. Per tutti i titoli sopra citati è stato svolto un lavoro, spesso complesso, che si è risolto in un nulla di fatto.
La seconda regola per il successo è realizzare. La prima è irrealizzare.
Oggi ho fatto il trasloco degli uffici e tra le carte ho trovato un fascicolo con i miei progetti irrealizzati. Me ne ero completamente dimenticato. Prima di uscire con "Percorsi Positivi", il mio primo libro, i progetti su cui ho lavorato sono stati ben dodici. Dodici! E vi posso assicurare che, rivedendoli, non erano niente male!
Tirate fuori le idee e presentatele, non preoccupatevi se non funzionano: state irrealizzando. E' il primo passo verso il successo. E' il passaggio obbligato per il secondo: realizzare.
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