Caro lettore, come avrai potuto osservare, da tempo non sto più pubblicando post su Think Fresh. Negli ultimi due anni, infatti, mi sono dedicato a un progetto del tutto nuovo che è culminato con la pubblicazione del libro "La fabbrica dei cattivi". Il mio desiderio è quello di veicolare gli stessi concetti del blog (efficacia personale) attraverso la narrazione. Ti ringrazio per avremo seguito fin qui, sono sicuro che insieme, in modo diverso,. potremo imparare ancora tante cose sulla crescita umana. Diego.
Think Fresh!
Vuoi cominciare anche tu a Pensare Fresco? Il mio blog ti spiega in che cosa consiste la Fresh Thinking Philosophy. E' un laboratorio per la messa a punto di pensieri vitaminici. E' una palestra per allenare la nostra mente a rinnovarsi e la nostra vita a migliorare.
giovedì 26 dicembre 2013
sabato 18 febbraio 2012
Impara a dire NO!
In un mese ho detto tre volte "no". La prima volta è stata verso un cliente che mi proponeva una gara di cui non erano chiare le regole. La seconda volta ad un altro cliente che mi avrebbe assegnato un progetto, ma con tempi troppo stretti. La terza volta ad un altro cliente che che mi ha minacciato di sospendere la collaborazione se non avessi seguito le sue indicazioni (sbagliate) per eseguire il mio lavoro.
In tutti e tre i casi lo schema era lo stesso: "visto che c'è la crisi, i fornitori sono lì a dipendere da noi, e quindi devono fare quello che diciamo noi, altrimenti non lavorano".
Io personalmente non sono disposto a scendere a questi compromessi. Scendere a ricatti di questo genere significa svendere se stessi e la propria dignità. Mi spiace veramente per coloro che cadono in questo tranello.
Io dico di NO. E da quando lo dico, paradossalmente, le cose vanno meglio. Incredibile: dire di no mi fa lavorare di più. E più lavoro, più ho la possibilità di dire di no. Paradossale? Per niente. Meglio rinunciare subito a lavorare con chi spadroneggia, stressa oltre misura, fa perdere tempo prezioso. La relazione finirebbe comunque, per cui meglio non farla iniziare nemmeno.
La qualità dei rapporti ha un valore, ecco perché preferisco concentrarmi su quelli che mi danno più soddisfazione. E questo diventa reciproco, in un sistema che si autoalimenta.
Questo vale anche per te. Fai una riflessione: se non ti trovi a tuo agio in un rapporto, se qualcuno cerca di ricattarti perché si sente in una posizione di forza, quello è il momento di dimostrare che sei più forte tu, che puoi dire "no".
(C) Diego Agostini/Commitment 2012 - All Rights Reserved
In tutti e tre i casi lo schema era lo stesso: "visto che c'è la crisi, i fornitori sono lì a dipendere da noi, e quindi devono fare quello che diciamo noi, altrimenti non lavorano".
Io personalmente non sono disposto a scendere a questi compromessi. Scendere a ricatti di questo genere significa svendere se stessi e la propria dignità. Mi spiace veramente per coloro che cadono in questo tranello.
Io dico di NO. E da quando lo dico, paradossalmente, le cose vanno meglio. Incredibile: dire di no mi fa lavorare di più. E più lavoro, più ho la possibilità di dire di no. Paradossale? Per niente. Meglio rinunciare subito a lavorare con chi spadroneggia, stressa oltre misura, fa perdere tempo prezioso. La relazione finirebbe comunque, per cui meglio non farla iniziare nemmeno.
La qualità dei rapporti ha un valore, ecco perché preferisco concentrarmi su quelli che mi danno più soddisfazione. E questo diventa reciproco, in un sistema che si autoalimenta.
Questo vale anche per te. Fai una riflessione: se non ti trovi a tuo agio in un rapporto, se qualcuno cerca di ricattarti perché si sente in una posizione di forza, quello è il momento di dimostrare che sei più forte tu, che puoi dire "no".
(C) Diego Agostini/Commitment 2012 - All Rights Reserved
lunedì 12 dicembre 2011
Hai il sarto giusto?
Tutti i giorni parlo con le persone di sviluppo professionale e di desideri da realizzare. Nella maggior parte dei casi però l'attenzione è concentrata su ciò che manca, su ciò che si può ottenere e che non si ottiene, su cosa si può rivendicare. In altre parole, le persone desiderano più soldi per quello che fanno, più visibilità, più riconoscimenti. Partono dalla considerazione che i risultati siano stati già raggiunti, e che debbano solo essere riconosciuti.
Queste persone si sono scelte il sarto sbagliato o, peggio, non hanno scelto nessun sarto.
Pochi invece sanno, o hanno il coraggio di riconoscere, che i risultati sono frutto del proprio talento. Ma il talento non basta. Il talento è come la stoffa: da sola non fa l'abito. La stoffa deve essere tagliata, lavorata, cucita. Solo un sarto abile ricava un buon abito da una buona stoffa.
Ecco perché, invece di stare lì a lamentarti di cosa non ottieni dagli altri, devi invece domandarti se hai affidato la tua stoffa ad un buon sarto.
Non chiederti se il tuo lavoro viene valorizzato, domandati se hai un buon coach che sta lavorando per valorizzare il tuo talento. Domandati quanto stai crescendo. E se non hai risposte o se la risposta è negativa, cercati un buon sarto.
I riconoscimenti nel breve non contano, rispetto alle possibilità che nel lungo periodo ti possono dare le tue capacità, ma solo se ben sviluppate.
Attento al sarto a cui dai la tua stoffa: ha in mano il tuo futuro.
(C) Diego Agostini/Commitment 2011 - All Rights Reserved
Queste persone si sono scelte il sarto sbagliato o, peggio, non hanno scelto nessun sarto.
Pochi invece sanno, o hanno il coraggio di riconoscere, che i risultati sono frutto del proprio talento. Ma il talento non basta. Il talento è come la stoffa: da sola non fa l'abito. La stoffa deve essere tagliata, lavorata, cucita. Solo un sarto abile ricava un buon abito da una buona stoffa.
Ecco perché, invece di stare lì a lamentarti di cosa non ottieni dagli altri, devi invece domandarti se hai affidato la tua stoffa ad un buon sarto.
Non chiederti se il tuo lavoro viene valorizzato, domandati se hai un buon coach che sta lavorando per valorizzare il tuo talento. Domandati quanto stai crescendo. E se non hai risposte o se la risposta è negativa, cercati un buon sarto.
I riconoscimenti nel breve non contano, rispetto alle possibilità che nel lungo periodo ti possono dare le tue capacità, ma solo se ben sviluppate.
Attento al sarto a cui dai la tua stoffa: ha in mano il tuo futuro.
(C) Diego Agostini/Commitment 2011 - All Rights Reserved
domenica 6 novembre 2011
Tre cose da imparare dai bambini: 3
I bambini trovano sempre divertimento in ciò che fanno.
I bambini si divertono sempre. Certo, dirai, fanno quello che vogliono, giocano, non hanno pensieri per la testa, hanno un sacco di tempo. Semplice divertirsi se puoi giocare.
Nulla di più falso. Prova a pensare a tutte le situazioni in cui il tempo ce l'avresti avuto ma non ti sei divertito.
Guarda un bambino, se vuoi imparare la da lui. Trasforma tutto in un gioco. Ho ancora in testa le parole del mio nipotino Simone, di quando era piccolo, mentre cercavo di togliergli dalle mani una pentola: "Si, può essere un gioco!"
Fai un lavoro che non ti piace? Impara dai bambini. Fattelo piacere. Oppure cambialo: i bambini non fanno qualcosa che non gli piaccia.
(C) Diego Agostini/Commitment 2011 - All Rights Reserved
I bambini si divertono sempre. Certo, dirai, fanno quello che vogliono, giocano, non hanno pensieri per la testa, hanno un sacco di tempo. Semplice divertirsi se puoi giocare.
Nulla di più falso. Prova a pensare a tutte le situazioni in cui il tempo ce l'avresti avuto ma non ti sei divertito.
Guarda un bambino, se vuoi imparare la da lui. Trasforma tutto in un gioco. Ho ancora in testa le parole del mio nipotino Simone, di quando era piccolo, mentre cercavo di togliergli dalle mani una pentola: "Si, può essere un gioco!"
E' sbagliato pensare che uno si diverte perché gioca. In realtà uno gioca perché si diverte in quello che fa.
Per un bambino tutto può essere un gioco perché in tutto trova la parte di curiosità, divertimento, sperimentazione. Allora perché non può esserlo per te?Fai un lavoro che non ti piace? Impara dai bambini. Fattelo piacere. Oppure cambialo: i bambini non fanno qualcosa che non gli piaccia.
(C) Diego Agostini/Commitment 2011 - All Rights Reserved
sabato 5 novembre 2011
Tre cose da imparare dai bambini: 2
Secondo: i bambini insistono per ottenere le cose
Avete mai visto un bambino di tre anni quando vuole qualcosa? E' una vera forza della natura. Non molla finché non l'ha ottenuta.
Chiede, richiede, chiede ancora, ancora e ancora. Sembra non volere mai smettere. Se necessario strilla, scalpita, scuote. E alla fine ottiene sempre ciò che vuole.
La cosa che più colpisce di un bambino quando vuole qualcosa è la determinazione ad averla: sembra veramente che non gli passi nemmeno per la testa di non ottenerla.
Ora, se da adulti avessimo la metà di questa determinazione, questo basterebbe per ottenere risultati straordinari.
Certo, so cosa stai pensando Un bambino ottiene le cose dai suoi genitori, perché li porta a sfinimento. Mica posso fare così con il capo, con un collega, con un cliente.
Mica ti dico di fare come il bambino. Ti dico di avere la stessa determinazione ed insistenza del bambino. Con una strategia da adulto: prima chiedi, poi richiedi in modo diverso, poi butta lì, poi manda una mail, poi fai una telefonata... Insomma, inventati mille modi per insistere senza diventare sfinente ed invadente.
Prova a farci caso: quando vuoi qualcosa fai un paio di tentativi e poi molli. Se dovessero fare come te, i bambini starebbero senza patatine. senza macchinine, senza cartoni animati. Dunque fai come loro: insisisti un po' di più!
(C) Diego Agostini/Commitment 2011 - All Rights Reserved
Avete mai visto un bambino di tre anni quando vuole qualcosa? E' una vera forza della natura. Non molla finché non l'ha ottenuta.
Chiede, richiede, chiede ancora, ancora e ancora. Sembra non volere mai smettere. Se necessario strilla, scalpita, scuote. E alla fine ottiene sempre ciò che vuole.
La cosa che più colpisce di un bambino quando vuole qualcosa è la determinazione ad averla: sembra veramente che non gli passi nemmeno per la testa di non ottenerla.
Ora, se da adulti avessimo la metà di questa determinazione, questo basterebbe per ottenere risultati straordinari.
Certo, so cosa stai pensando Un bambino ottiene le cose dai suoi genitori, perché li porta a sfinimento. Mica posso fare così con il capo, con un collega, con un cliente.
Mica ti dico di fare come il bambino. Ti dico di avere la stessa determinazione ed insistenza del bambino. Con una strategia da adulto: prima chiedi, poi richiedi in modo diverso, poi butta lì, poi manda una mail, poi fai una telefonata... Insomma, inventati mille modi per insistere senza diventare sfinente ed invadente.
Prova a farci caso: quando vuoi qualcosa fai un paio di tentativi e poi molli. Se dovessero fare come te, i bambini starebbero senza patatine. senza macchinine, senza cartoni animati. Dunque fai come loro: insisisti un po' di più!
(C) Diego Agostini/Commitment 2011 - All Rights Reserved
Tre cose da imparare dai bambini: 1
Primo: i bambini dicono quello che pensano
E non si fanno troppi problemi nel farlo.
Certo, penserai, sono giustificati perché sono bambini. Fanno anche delle gaffes maledette ma nessuno gliele fa pesare.
Un momento, andiamo per ordine. Il punto che sto ponendo è che dicono quello che pensano, non se lo tengono dentro. Non si rodono. Non si rovinano i fine settimana rimuginando sul fatto che "a quel tizio bisognerebbe dirne quattro ma come si fa, non si può certo farlo".
Lo fanno e basta.
Su questo concordi? Bene. Sei d'accordo che dire le cose fa bene alla propria salute. Ora veniamo al secondo problema: la conseguenza dell'averle dette. Se sei d'accordo che sarebbe meglio dirle ma non le dici è perché hai paura delle conseguenze. Quindi il problema è la paura. Qui non ti posso aiutare: rinunciare significa far vincere la paura.
Su una cosa posso essere d'accordo: il bambino è giustificato anche se è un po' brutale, l'adulto no. Perciò le cose devi dirle, ma devi dirle bene. Per esempio con calma. Per esempio senza accusare l'altro. Per esempio offrendo collaborazione. Ma questi sono gli argomenti di un altro post.
Intanto, comincia a tirare fuori, invece che lasciarti rodere. Qualsiasi conseguenza vale l'averlo fatto.
(C) Diego Agostini/Commitment 2011 - All Rights Reserved
E non si fanno troppi problemi nel farlo.
Certo, penserai, sono giustificati perché sono bambini. Fanno anche delle gaffes maledette ma nessuno gliele fa pesare.
Un momento, andiamo per ordine. Il punto che sto ponendo è che dicono quello che pensano, non se lo tengono dentro. Non si rodono. Non si rovinano i fine settimana rimuginando sul fatto che "a quel tizio bisognerebbe dirne quattro ma come si fa, non si può certo farlo".
Lo fanno e basta.
Su questo concordi? Bene. Sei d'accordo che dire le cose fa bene alla propria salute. Ora veniamo al secondo problema: la conseguenza dell'averle dette. Se sei d'accordo che sarebbe meglio dirle ma non le dici è perché hai paura delle conseguenze. Quindi il problema è la paura. Qui non ti posso aiutare: rinunciare significa far vincere la paura.
Su una cosa posso essere d'accordo: il bambino è giustificato anche se è un po' brutale, l'adulto no. Perciò le cose devi dirle, ma devi dirle bene. Per esempio con calma. Per esempio senza accusare l'altro. Per esempio offrendo collaborazione. Ma questi sono gli argomenti di un altro post.
Intanto, comincia a tirare fuori, invece che lasciarti rodere. Qualsiasi conseguenza vale l'averlo fatto.
(C) Diego Agostini/Commitment 2011 - All Rights Reserved
giovedì 3 novembre 2011
Gioca al caffè sorridente
In questi giorni senti un po' di tensione? E' perfettamente normale tenendo conto del periodo che stiamo attraversando, dove confusione e nervosismi non mancano.
Il problema è che rischi di ricominciare una nuova giornata pensando a ciò che il giorno prima ti ha creato ansie, frustrazioni, difficoltà.
E non è un buon inizio. Si rischia infatti di concentrarsi su ciò che non va, e di vivere un'altra giornata difficile.
Prova invece a fare un gioco: fare finta di essere soddisfatto. Si, se fossi soddisfatto della giornata precedente cosa faresti? Ripenseresti a ciò che è andato bene, non a ciò che è andato male. E proveresti... soddisfazione. Si, prova a sentirti soddisfatto per essere soddisfatto. Vedrai che funziona. anche se hai avuto dei grandi casini. Scoprirai che non tutto è andato storto, e che anzi alcune cose sono state gestite bene.
Per fare questo gioco, chiedi aiuto al primo caffè della giornata. Guarda nella tazzina e cercaci un sorriso. Con l'immaginazione lo trovi. Sei tu, soddisfatto del giorno prima, che ti rifletti. Vedi? Cambiano un po' le cose adesso no?
(C) Diego Agostini/Commitment 2011 - All Rights Reserved
Il problema è che rischi di ricominciare una nuova giornata pensando a ciò che il giorno prima ti ha creato ansie, frustrazioni, difficoltà.
E non è un buon inizio. Si rischia infatti di concentrarsi su ciò che non va, e di vivere un'altra giornata difficile.
Prova invece a fare un gioco: fare finta di essere soddisfatto. Si, se fossi soddisfatto della giornata precedente cosa faresti? Ripenseresti a ciò che è andato bene, non a ciò che è andato male. E proveresti... soddisfazione. Si, prova a sentirti soddisfatto per essere soddisfatto. Vedrai che funziona. anche se hai avuto dei grandi casini. Scoprirai che non tutto è andato storto, e che anzi alcune cose sono state gestite bene.
Per fare questo gioco, chiedi aiuto al primo caffè della giornata. Guarda nella tazzina e cercaci un sorriso. Con l'immaginazione lo trovi. Sei tu, soddisfatto del giorno prima, che ti rifletti. Vedi? Cambiano un po' le cose adesso no?
(C) Diego Agostini/Commitment 2011 - All Rights Reserved
Iscriviti a:
Post (Atom)